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Curiosità sulla Pitta di Pasqua calabrese

Esistono diverse varianti della pitta di Pasqua calabrese e per questo è possibile trovare questa torta salata in diverse località della regione in cui sono state battezzate con nomi differenti. Spesso capita anche di notare delle personalizzazioni nelle ricette, con l’aggiunta o sostituzione di qualche ingrediente.

Qualche esempio? Bene, vi accontentiamo subito.

Nella zona del lametino la pitta di Pasqua calabrese è nota come guastella, nella zona di Paola (CS) ‘mpiulatu, altre varianti invece sono la pitta china, la pitta maniata. Qualunque sia il nome e la variante di pitta che avrete modo di gustare, ne rimarrete estasiati.

È proprio dalla zona di Paola (CS) che proviene l’antica ricetta dell’mpiulatu, la pitta pasquale calabrese che vi proponiamo di seguito:

A ricetta ppi fa lu ‘mpiulatu

Mo chi ci vò ppi fa nu ‘mpiulatu:
fedde ‘i sazizza, ‘i suprissata, casu,
ova, farina e lievitu ri pani:
rua frunne ‘i parma ‘n cruci
e ‘n untu r’ uogliu
senza cchiù scardacuoppuli o atu ‘mbrugliu …
Va lievitatu sup ‘u matarazzu,
roppu, ‘mpurnatu e cuottu, va mangiatu …
Chista è ‘a sustanza ri lu ‘mpiulatu.

La ricetta dell’impiulatu

Ora, che ci vuole per fare uno ‘mpiulatu:
fette di salciccia, di soppressata, formaggio,
uova, farina e lievito di pane:
due foglie di palma in croce (a mo’ di benedizione) ed un po’ di olio
senza più perditempo o altri imbrogli
Va lievitato sul materasso (tra le coperte)
dopo, infornato e cotto, va mangiato …
Questa é la sostanza dello ‘mpiulatu.

La pitta di Pasqua calabrese era la pietanza tipica, insieme ad altre, che si poteva portare nel fagottino per la scampagnata della Pasquetta. Ancora oggi, questa torta rustica calabrese non manca mai nel menu della scampagnata di Pasquetta, oppure per la Galinea, a molti nota anche come ‘A galanea.

Questa pietanza spesso veniva offerta in dono ad altre famiglie, soprattutto a chi non poteva permettersi un lauto pasto per festeggiare la Pasqua; proprio le famiglie che disponevano di un forno in casa, preparavano più pitte ripiene e altri dolci, non solo quelle che avrebbero consumato ma anche quelle che avrebbero donato.

La pitta tipica del giorni di festa si preparava anche in altre occasioni, come la pitta di Natale. Spesso, proprio in occasione del Natale, si cercava di personalizzare la pitta della festa, preparando anche delle varianti specifiche dolci, come nel caso della pitta ‘mpigliata, di cui esiste una versione salata per Pasqua e una dolce per Natale.

Pitta di Pasqua calabrese: origini

La pitta di Pasqua calabrese è in realtà solo una variante regionale di una pietanza proveniente dal nord Italia, ovvero la torta pasqualina genovese, apparsa per la prima volta intorno al 1600. Il suo nome pare derivi dal periodo in cui era tradizione prepararla, ovvero Pasqua. Non siamo gli unici, in Italia, ad avere la torta pasqualina calabrese.

Ci sono alcune differenze nei metodi di preparazione che nascondono significati simbolici religiosi. La torta Pasqualina genovese, infatti è preparata su un composto di pasta sfoglia e non pasta del pane come avviene nella nostra pitta ripiena. Inoltre, la ricetta della torta Pasqualina ligure impone che le sfoglie siano 33  e quindi che corrispondano agli anni di Gesù. Gli ingredienti principali, invece, uova e formaggio, erano all’epoca ingredienti che potevano essere consumati raramente, perché di alto valore.

E voi conoscete altre curiosità sulla pitta di Pasqua?
Lasciateci un commento…




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