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Halloween in Calabria, ecco perché si festeggia

Manca poco all’inizio della magica notte degli spiriti che vagano per la terra, mescolandosi tra i vivi. Una tradizione quella della vigilia di ognissanti che si tramanda da secoli e che, secondo alcune teorie non apparterrebbe proprio alla cultura anglosassone. Festeggiare Halloween in Calabria, quindi non sarebbe una novità, ma una tradizione molto antica.

La festa di Halloween in Calabria, come anche nel resto d’Italia è sempre stata festeggiata. Tra le tante teorie sulle origini di questa festa ne riportiamo una in particolare, sostenuta dagli studi dell’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani, secondo cui il rito della notte degli spiriti proverrebbe dai movimenti migratori dei contadini calabresi verso il nuovo mondo.

Secondo le teorie di Satriani, i contadini calabresi avevano l’abitudine di rappresentare l’arrivo dei morti, proprio nella notte della vigilia di Ognissanti, con una lanterna ricavata da una zucca svuotata e una candela al suo interno.

Secondo gli studi eseguiti dall’antropologo, i contadini dell’epoca erano soliti affrontare e superare la paura della morte dei propri cari e il distacco, attraverso questi riti che con il passare del tempo sarebbero diventate delle tradizioni e usanze, condivise tra culture diverse.

Ora i bambini girano per le case chiedendo dolcetto o scherzetto, ripetendo a loro completa insaputa, un rito che le popolazioni di un tempo eseguivano, sperando che gli spiriti dei cari defunti non li tormentassero.

Le origini della festa dei morti

Per spiegare bene le origini e la storia della festa dei morti bisogna fare un salto nel passato, intorno al 835, quando la fine dell’anno corrispondeva con il giorno dei morti, il 31 ottobre. Papa Gregorio II, nel tentativo di abbandonare le abitudini e tradizioni pagani di origine celtica, spostò la festa di Ognissanti dal 13 maggio al 1 novembre. L’obiettivo era di modificare i riti profani visto che l’1 novembre era il giorno in cui si festeggiavano tutte le anime, la fine dell’anno pastorale e il primo giorno d’inverno, in cui la notte era la più lunga di tutto l’anno.

Proprio per questo si credeva che il principe dell’oscurità chiamasse a se tutti gli spiriti, permettendo loro di vagare tra i 2 mondi. Tuttavia il pontefice non riuscì nel suo intento e nel X secolo la chiesa proclamò la festa dei morti il 2 novembre. In questo modo le pratiche profane che si continuavano a praticare, potevano essere tollerate e gli abitanti dei popoli continuavano a festeggiare mantenendo attivi gli antichi usi, ovvero la preparazione del cibo tipico dei morti, il travestimento e il fuoco di notte.

Proprio in Calabria, soprattutto nelle comunità dell’entroterra, si commemoravano i morti organizzando dei veri cortei verso i cimiteri. Qui dopo aver eseguito le benedizioni e le preghiere che permettevano di mettersi in contatto con le anime dei defunti, si allestiva un banchetto direttamente sulle tombe e spesso i visitatori erano chiamati a partecipare.

Oggi il festeggiare una festa come Halloween in Calabria o in Italia ha assunto un valore consumistico, che gira molto sull’imitazione di modelli globali più che la celebrazione di un rito quasi magico come avveniva in passato.

 




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